Lettera al nuovo segretario

Emiliano Fossi eletto segretario regionale del PD

Caro Fossi,

mi chiamo Stefano Innocenti, ho 71 anni e sono uno dei non iscritti che hanno votato alle primarie del partito democratico e che hanno contribuito alla vittoria tua e di Elly Schlein. In realtà, mi sono iscritto al PCI nel 1984 e ho mantenuto la tessera del PCI e dei suoi eredi fino al 2016, e poi ho rinunciato a proseguire perché non mi riconoscevo più in quel PD. Domenica 26, ai volontari del seggio che me lo chiedevano, ho detto che mi reiscriverò quando dal PD sarà scomparsa ogni traccia del renzismo, ed è quello che intendo fare, spero presto.

Non voglio apparire per quello che non sono, ma io mi riconosco nell’antifascismo e vorrei che la costituzione della Repubblica non venisse mai stravolta, e credo di avere le idee chiare sulle priorità di cui tenere conto. In primo luogo, lavorare per la pace, senza la quale nient’altro ha senso, ma poi:

Come sinistra italiana: riacquistare l’egemonia culturale perduta

  1. Dare piena attuazione all’art. 34 della Costituzione
  2. Estendere a 18 anni l’obbligo scolastico
  3. Dare maggiori e migliori risorse all’istruzione pubblica, dal nido all’università
  4. Sostenere le biblioteche e il loro uso anche in senso digitale
  5. Promuovere l’editoria cartacea e digitale
  6. Promuovere la cultura nella radio e nella televisione
  7. Sviluppare l’impegno pubblico nella rete

Come cittadini italiani: risollevare l’Italia dal baratro morale in cui è stata precipitata

  1. Operare per ridurre drasticamente le diseguaglianze sociali
  2. Operare per ridurre drasticamente il divario Nord-Sud
  3. Combattere l’evasione fiscale
  4. Conferire maggiori e migliori risorse alle periferie e alle aree interne
  5. Abrogare tutte le leggi ad personam
  6. Combattere la corruzione in tutte le sue forme
  7. Combattere le mafie contrastandone il potere economico e finanziario
  8. Regolamentare diversamente le gare di acquisto e appalto
  9. Dare maggiori e migliori risorse alla magistratura
  10. Velocizzare la giustizia modificando le procedure della Cassazione

Come cittadini del mondo: combattere i mutamenti climatici

  1. Promuovere a livello globale la limitazione dell’uso dei combustibili fossili
  2. Eliminare le emissioni di gas serra diversi dalla CO2
  3. Curare il territorio non solo italiano, ma di tutto il mondo
  4. Modificare gli indirizzi nell’uso delle risorse idriche
  5. Progettare e attuare un nuovo ciclo dei rifiuti
  6. Rimboschire tutte le superfici abbandonate

Questo elenco sembra corposo, ma in realtà temo che sia estremamente carente, e che sia necessario fare molto di più. Ma questo è quel che mi viene in mente ora, e questo scrivo.

Da un punto di vista più personale, posso dire che per alcuni aspetti la mia esperienza lavorativa mi potrebbe permettere di essere d’aiuto su alcuni aspetti. Prima di spiegarmi, forse è opportuno che mi presenti meglio;

Sono nato a Empoli il 2 Febbraio 1952 da padre impiegato e madre lavorante a domicilio. Sono cresciuto letteralmente sotto la macchina da cucire di mia madre, avendo nelle orecchie la voce di mio padre che litigava con il telegiornale RAI. Mi sono laureato in Ingegneria all’Università di Pisa e ho lavorato, tra l’altro, al Nuovo Pignone e all’Enel, due esperienze molto formative, entrambe nel settore energetico. Con l’Enel, ho visto un bel po’ di mondo, in Europa e nel Medio Oriente. Sono stato esodato nel 2013 e dal 2016 sono ufficialmente in pensione. Mi sono sposato con Pierangela nel 1983, e nel 1988 è nato Matteo, che ora vive e lavora in Lombardia, mentre Pierangela e io abitiamo a Lucca dal 1996. Nel 2010-2011 ho subito due interventi a cuore aperto con i quali mi sono state sostituite due valvole cardiache. Non sono mai stato candidato a cariche politiche.

Sono sensibile ai problemi dell’ambiente, ma quando mi presentavo come ecologista sul posto di lavoro, vedevo chiaramente che mi si ascoltava con diffidenza, come se l’essere ecologisti significasse aver messo da parte ogni spirito critico ed essere diventati rappresentanti di una linea omologante. D’altra parte, succedeva anche che quando mi presentavo come tecnico dell’Enel ove si parlasse di politica energetica e ambiente, vedevo chiaramente che mi si ascoltava con degnazione, come se lavorare per l’ente energetico significasse aver messo da parte ogni spirito critico ed avere sposato una causa aziendale. Oltre tutto, ho sempre avuto difficoltà a capire quale fosse la politica energetica del partito, e quindi la linea omologante, sia a definire quale fosse la politica energetica degli Enti, e quindi la causa da sposare.

Ma, a parte questi elementi logici, il problema vero è sempre stato quello del clima di diffidenza che si instaurava e che è sempre stato fonte d’imbarazzo e delusione. Il fatto che il tecnico sia anche un “compagno” e che sia ampiamente disponibile al dialogo a qualunque livello non mi sembra che sia mai interessato a nessuno, e con questa mancanza di dialogo, permane in molti la convinzione che la copertura del fabbisogno energetico per mezzo delle fonti rinnovabili sia solo una questione di volontà e che sia giusto l’uso energetico del metano, che è invece la base insostituibile della chimica fine, nonché l’unico combustibile utilizzabile in piccoli impianti domestici con livelli accettabili di emissioni.

Il problema, ora, è quello del richiamo alla competenza, che Elly Schlein ha fatto, ma che non sappiamo se e come sarà attuato, o quali conseguenze avrà. Io ho una competenza da mettere in campo, ma le logiche che hanno comportato imbarazzo e delusione dovrebbero essere rovesciate, e ci dovrebbe essere la valorizzazione del contributo anche di quelli come me: ci sarà? Io sono fiducioso, ma resto in attesa di vedere le novità concrete.

Fraterni saluti

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