Dantesca

Brevi saggi di Franco Cardini

Sono una introduzione e undici brevi “saggi” di Franco Cardini: in realtà, ci sono cose diverse: prefazioni, articoli, e altro, tutti accomunati dal riferimento cronologico all’epoca di Dante e di Giotto e tutti variamente ispirati al Poeta e alle sue rime. Alcuni sono molto utili e interessanti per inquadrare il periodo storico a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, altri sono meno profondi e più curiosi. Non sono di facile lettura per vari motivi: innanzi tutto, la prosa di FC, fatta di periodi lunghi, subordinate a non finire e frase principale a chiusura del periodo; poi, l’uso di parole che fanno parte del linguaggio specialistico; infine, i brani riportati in latino medievale e francese antico, non facili da comprendere, se non in maniera superficiale. Vediamo quali sono i singoli saggi e i loro argomenti.

  1. Il poeta, la sua città, il suo mondo: cresce Firenze, ci sono nuove chiese, altre diventano più grandi e più belle; e poi ci sono nuovi palazzi, nuovi ospedali e nuove carceri, si edificano le nuove mura, si gettano ponti nuovi sull’Arno e si devia il corso degli affluenti.
  2. La peregrinatio animae: da un lato ci sono i pellegrinaggi fisici, a Roma, a Gerusalemme e a Compostela, dall’altro quelli spirituali, tra eresie e scismi; e poi, c’è il pellegrinaggio del poeta, tra le corti di mezza Italia, dopo essere stato esiliato dai neri su ordine di papa Caetani.
  3. Un destino in due battaglie: Montaperti e Campaldino segnano una doppia svolta: nel modo di combattere, non più quello “cavalleresco” dell’alto medio evo, e nell’assurgere di Firenze al rango di potenza regionale, con la decadenza di Siena e Arezzo, il ridimensionamento di Pisa e l’assoggettamento delle realtà minori.
  4. Amarcord sull’Acquacheta: ma la selva oscura è tra il Casentino e la Romagna? E il Flegetonte nasce dalle stesse fonti del Montone?
  5. Magiche frode: i miti di negromanzia e stregoneria nascono quando alle superstizioni medievali si aggiunge la conoscenza, male interpretata, delle saggezze orientali e antiche.
  6. Sulla crociata: non si parla delle crociate in Terra Santa, ma di quelle contro altri cristiani, che Dante distingue tra quelle contro i cattivi interpreti della dottrina della fede, che considera giuste, e quelle indette per interesse, potere o vendetta, che rigetta sdegnosamente.
  7. Extra Ecclesiam nulla salus: la salvezza dell’anima è solo per chi ha conosciuto la rivelazione; perché? Questo di chiede Dante. Se così deve essere, neppure il Mahatma Ghandi o il luterano Dottor Schweitzer potevano accedere al paradiso dei cattolici. L’A. parte da questa contraddizione per sviluppare un discorso che poi porta alle radici musulmane della struttura della Commedia. Accade anche altrove, in questo libro, che l’argomento di partenza sia pretesto per altri.
  8. A tavola col Divino Poeta: Dante non era un buongustaio, ma la sua epoca non disdegnava il buon cibo, né tanto meno il buon vino.
  9. Ancora sul mito dei “Fedeli d’Amore”: il medioevo viene spesso immaginato come un periodo oscuro e represso: niente di più falso. I fasti dell’antichità erano ancora vivi, e la repressione sessuale è incominciata ben più tardi, principalmente dopo riforma e controriforma.
  10. Il vero peccato di Ulisse: è quello della sfida ai limiti imposti all’uomo, cioè promessa e premessa della modernità. Ma è anche, e soprattutto, quello dell’egocentrico che, per gloria sua, porta i suoi “frati” a perdizione.
  11. Il diavolo e i Montefeltro: la dinastia dei Montefeltro, Guido, Bonconte e Federico, il loro destino ultraterreno e la logica dei demoni.

Naturalmente, il libro non è tutto qui, e in particolare i saggi indicati come 7 e 10 sono profondi e difficili, da leggere con molta attenzione.

PS: In una nota, FC ci ricorda che al tempo di Dante, a Firenze, “Il cittadino che avesse dato segni di riuscire a coagulare attorno a sé un certo consenso, veniva dalle autorità formalmente ammonito: vale a dire, dichiarato ghibellino e privato con ciò dei diritti civili”. È una forma di egalitarismo un po’ pesante, ma non priva di fascino: oggi, il garantismo va in direzione opposta, e anch’esso, talvolta, va oltre la logica.

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