La protervia dell’ignorante

Gli assiomi di Odifreddi e il mio commento

“Ormai l’atteggiamento anti-scientifico non è solo nel pubblico ma anche in politica, se i politici sono eletti dagli elettori e se il 90% degli elettori è stupido come diceva Umberto Eco, anche il 90% dei politici sarà stupido, ma il problema è che non è più il 90%, ormai siamo arrivati all’unanimità.

Si è frainteso il valore e anche il modo di agire della scienza. Si chiede che la scienza sia democratica, ma purtroppo i fatti sono fatti, non è che si possono mettere i voti, non è che si può fare un referendum per decidere se il teorema di Pitagora è vero o no.

Io sono un po’ più accomodante di Burioni. Ma lui ha ragione nella sostanza: non si può discutere di scienza con persone che non sanno di cosa stanno parlando. Invece la gente pretende di dire: io la penso così e tu devi darmi la stessa dignità culturale che daresti a quella di un Premio Nobel.”

Fin qui, quel che ha detto Odifreddi in radio. Certamente la protervia dell’ignorante è un dato preoccupante. Però, a mio parere, accanto ai problemi che ognuno sa risolvere da sé, ce ne sono altri che danno qualche pensiero in più, e che meritano quindi maggiore attenzione. Questi problemi richiedono azioni collettive, perché uno da solo non può fare niente, oppure richiedono azioni tempestive, perché domani potrebbe già essere troppo tardi. Esempi? Uno solo per entrambe le categorie: gli interventi per limitare il mutamento climatico.

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