La conoscenza e i suoi nemici

Saggio di Tom Nichols sul declino della competenza

L’era dell’incompetenza e i rischi per la democrazia, recita il sottotitolo, e diciamo subito, per evitare equivoci, che parla della situazione di cultura e politica negli Stati Uniti, anche se lo stato delle cose non è molto diverso in Europa e in molte altre parti del mondo.

E’ un libro duro, che mette in luce il conflitto in corso tra i possessori della conoscenza e quelli che tale conoscenza rifiutano e respingono. Le tesi che Nichols illustra sono:

    1. Il conflitto tra esperti e cittadini, con l’ascesa di un elettore di basso profilo;
    2. La difficoltà a discutere in modo costruttivo;
    3. La tendenza della scuola (americana) a puntare sulla client satisfaction;
    4. La spinta a semplificare quel che non può essere semplificato;
    5. Il nuovo giornalismo sensazionalistico;
    6. L’errore delle élite, chiuse a parlare tra loro;
    7. L’impossibilità di trasformare i rilievi in previsioni, come vorrebbero i semplificatori;
    8. Il pericolo per la democrazia determinato da tutto questo.

Ma il punto centrale, quello che determina tutti gli avvitamenti attuali, è l’egocentrismo; Nichols lo cita quasi di sfuggita, quando dice che quelli che dicono “la gente” in realtà intendono “io”, ma in realtà tale concetto è al centro di tutti i capitoli del libro. L’egocentrismo degli esperti, quello dei politici, quello dei finanzieri, quello degli studenti, quello dei genitori, quello di ciascun cittadino. Grazie a sempre più robuste dosi di egocentrismo siamo arrivati alla situazione attuale e non la cambieremo senza abbattere questo idolo, perché da esso, condito di rabbia, discende l’arroganza di tutti contro tutti. Esistono certamente le colpe di internet, dei social media, la falsa democrazia dell’uno vale uno, la politica che si fa comunicazione e immagine e l’informazione che si fa intrattenimento e spettacolo, ma senza l’egocentrismo di ciascuno di noi, niente di tutto questo potrebbe attecchire.

E allora, che fare? Nichols non propone una ricetta, non ne ha una, si limita a professare un blando ottimismo che sconfina però anche nello scetticismo, quando cita l’idea che si debba proteggere la democrazia anche dai suoi eccessi. Certamente, il recupero della fiducia reciproca, necessario per arrivare a una soluzione duratura e condivisa, non si potrà fare in breve tempo, ma richiederà tempi lunghi, molto lavoro, tanta pazienza, tanta determinazione, molta intelligenza. Vaya con Dios.

Vedremo a parte qualche punto di rilievo.

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