City car Vs Utilitaria

Un equivoco e qualche idea

Dunque, una city car è un’auto fatta apposta per circolare in città, che può avere buone doti anche per altri impieghi, che restano però non prioritari. Una “utilitaria” è una vettura multiuso, che avrà sovente il ruolo di seconda macchina in ambito familiare.

Domanda: city car e utilitaria sono la stessa cosa? Ovviamente, la risposta è no. La city car, dato l’impiego a cui è destinata, oltre a dover rispettare tutte le disposizioni normative, deve essere compatta, non inquinante e particolarmente silenziosa, mentre non è detto che debba essere a basso costo. Una utilitaria deve anch’essa ottemperare alle norme, deve avere un basso costo d’acquisto, un ragionevole costo d’esercizio e una elevata fungibilità, mentre non è detto che debba essere piccola.

Parliamoci chiaro: sono due progetti sostanzialmente diversi, e se spesso vengono confuse tra loro, ciò è dovuto essenzialmente al fatto che il mercato non è ancora maturo per le city car evolute. La Smart vende bene in Italia (meno altrove) per l’immagine di status symbol, assai più che per i suoi indubbi meriti, ma altre city car evolute, come la Toyota IQ e la Audi A2, sono stati dei flop e sono presto uscite dai cataloghi.

Non giova spendere molte parole per come debba essere una utilitaria: ce ne sono tante e molti le sanno fare benissimo. Una city car ideale, invece, potrebbe essere così descritta:

Vettura a quattro posti, i posteriori a scomparsa totale;

Scocca in acciaio e carbonio con barre di rinforzo sui quattro lati in acciaio ad alto limite elastico;

Carrozzeria in alluminio;

Quattro ruote motrici e sterzanti;

Sospensioni a ruote indipendenti autolivellanti e sistema elettropneumatico di incremento della distanza da terra;

Pneumatici run-flat all seasons, con spia della pressione;

2 unità di potenza elettriche (anteriore e posteriore, di cui l’anteriore, o la posteriore, entra in servizio solo se necessario) con batterie a ioni di litio a basso contenuto di cobalto con sistema di controllo della trazione e differenziali autobloccanti a controllo elettronico;

Autonomia non inferiore a 350 km;

Velocità di punta non inferiore a 130 km/h (per l’eventuale impiego in autostrada);

Sistema automatico di frenata d’emergenza con sistema antipattinamento;

Navigatore satellitare che interviene sulla centralina di controllo dell’unità di potenza per interdire il superamento dei limiti di velocità;

Rilevatori di distanza e di velocità che intervengono sulla centralina e sul sistema di frenata per impedire l’uso di distanze di sicurezza insufficienti;

Condizionatore automatico a difluorometano R-32;

Autoradio combinato con l’antifurto e il telefono, che funziona solo in viva voce e si attiva la segreteria quando non c’è nessuno a bordo.

Non la comprerebbe nessuno? Può darsi, ma tanto non devo mica costruirla. Comunque, questa city car è idonea per città “difficili”, come Roma o Genova, perché quest’auto non si ferma mai, neppure nelle peggiori condizioni della strada, di pendenza e con raggi di sterzata minimi. Per città più facili, come Bologna o Torino, si possono fare delle semplificazioni.

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