Un futuro a colori

Il libro di Irene Tinagli (Rizzoli, 230 pp, 18 €)

Sabato 21 Giugno ero presente alla presentazione del libro di Irene Tinagli, ma non sono intervenuto al dibattito, perché avevo appena comprato il libro e avevo letto solo il primo capitolo. Terminata la lettura, e passato anche un po’ di tempo per metabolizzarla meglio, scrivo ora poche righe per esprimere un paio di concetti che mi sembrano non scontati.

L’impressione che ho avuto fin dal primo capitolo del libro di Irene Tinagli è che sia un elenco di percorsi individuali estremamente interessanti, estendibili a molti casi, ma certo non ad una intera generazione. È anche vero che la scrittrice modera il suo entusiasmo dicendo che non è necessario che tutti intraprendano una carriera e che le carriere di pochi permettono anche a molti altri di lavorare come coadiutori, ma da questo a vedere nei percorsi esaminati la soluzione per una generazione intera ce ne corre. Inoltre, le tecnologie della terza rivoluzione industriale avranno ancora molte applicazioni nei prossimi anni, ma difficilmente la loro capacità di creare nuovi posti di lavoro potrà durare ancora a lungo. Aggiungo anche che a mio avviso, fra trenta anni sopravvivranno pochissimi degli attuali posti di lavoro, per obsolescenza, per scarsa competitività e per altri motivi che sono difficili persino da immaginare, e per questo, se fra trenta anni si vorranno ancora avere in Italia trenta milioni di posti di lavoro, sarà necessario inventarne ad un ritmo di un milione all’anno. Insomma, non è un problema individuale, è un problema sociale e politico, e la ricerca della soluzione spetta al PD, perché da altri non è lecito aspettarsi niente. Attualmente, non vedo nel PD idee molto chiare su questo argomento, ma sarebbe difficile averne, data la profondità della crisi e la mutevolezza della situazione. Perciò, fermo restando che la politica deve anche orientare la società, e non soltanto farsene condizionare, il compito è quello di individuare quali settori potranno e/o dovranno essere sviluppati e incoraggiati mediante la principale (l’unica) leva a disposizione della politica, cioè la modulazione della fiscalità, non solo nel senso quantitativo generalizzato, ma anche differenziandola opportunamente.

PS: il titolo mi ricorda quest’altro

Schema a colori per un nuovo secolo americano, di Gabriel Ash

Da: Ufficio per i Piani Speciali, Pentagono

Classificazione: Solo per i Tuoi Occhi

Destinatari: Vice-presidente Dick Cheney, Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld

Con riferimento: Preparazione delle società ai catastrofici mutamenti climatici.

La guerra in Iraq e’ stata un cambio d’abito. Abbiamo imparato molto. Adesso e’ giunta l’ora per il vero show. Il Grande Show. Siamo pronti alla sfida? Avete certamente letto l’esecrabile summa di catastrofici cambiamenti climatici di Andrew (Marshall) che sono proprio dietro l’angolo, probabilmente a meno di due decenni di distanza. Solo alcune citazioni:

“Disturbi e conflitti saranno le caratteristiche endemiche della vita … Ancora una volta, sarà la guerra a definire la vita umana”. “Le vittime di fame e guerre si conteranno a milioni”. “L’accesso all’acqua diventerà la causa principale delle guerre”. Abbiamo la migliore macchina militare al mondo; oggi controlliamo l’Eufrate iracheno, la maggiore fonte d’acqua in quella regione produttrice di petrolio. Naturalmente controlliamo anche il petrolio. Per quello che concerne le acque domestiche, abbiamo le grandi risorse del Canada da prendere. Possiamo rollarvi dentro con un Blitzkrieg, nel modo in cui Rommel giunse in Francia attraverso le Ardenne. Possiamo progettare un Anshcluss entro 48 ore. Per quello che riguarda la guerra in Iraq, il nostro punto debole e’ il controllo della pubblica opinione a lungo termine. Non e’ abbastanza dire “o con noi o contro di noi”. Dobbiamo riuscire a punire ogni singolo individuo che cerchi di interferire con i nostri piani. Fortunatamente, la prevista catastrofe ambientale faciliterà la realizzazione di uno schema che massimizzerà il controllo degli elementi non-cooperativi.

Raccomandiamo la creazione di un database nazionale e globale classificato e codificato con colori. Tale database sarà assolutamente necessario per poter acquisire il completo dominio del mondo dopo l’inizio della catastrofe e il temporaneo collasso dell’economia di mercato. Carte d’identità magnetiche, classificate in base al colore, come quelle usate da Israele nei Territori Occupati, saranno stampate e conservate nei centri di distribuzione. Una piccola percentuale dovrebbe essere consegnata immediatamente alle persone di fiducia, insieme alle liste. Raccomandiamo il seguente schema a colori:

Blu – La leadership americana, più qualche straniero selezionato – politici, capitani d’industria, finanzieri. Qui non vi sono difficoltà. Classificheremo col blu la maggior parte della gente con un reddito annuo superiore ai 200.000 $, i dirigenti chiave del governo e gli intellettuali della difesa. C’e’ solo bisogno di scartare qualche mela marcia, come George Soros. Quando arriverà il momento, i possessori delle carte blu saranno radunati in luoghi sicuri e segreti. Un gruppo precedentemente selezionato (fiocco rosso su carta blu), scelto dal Pentagono, si occuperà, dal suo rifugio, dei centri di comando e di controllo ancora da specificare.

Marrone – Questa categoria comprende le donne e gli uomini giovani ed in salute, pronti al servizio militare e di polizia. Un gruppo selezionato (fiocco rosso su carta marrone) avrà il compito di sorvegliare “le località segrete”. Il resto si occuperà di sedare le previste rivolte per l’acqua ed il cibo tra la popolazione.

Verde – La carta verde sarà data alle persone in grado di compiere lavori utili: contadini, operai, domestici, ingegneri, personale medico etc. Sfortunatamente, come sottolinea Andrew, solo una porzione dell’umanità sarà sostenibile; persino una grossa fetta di americani dovrà soccombere. Ma non fuggiremo di fronte al tragico ruolo che la storia ci ha assegnato. Dobbiamo prepararci ad una lotta all’ultimo sangue per il possesso delle carte verdi: possederle diventerà questione di vita o di morte. Dobbiamo essere grati verso quei reality show come “Survivor” e “The Apprentice”, che stanno abituando la gente ad ottenere l’attitudine appropriata. Ce ne vorrebbero di più. Un giusto allenamento della coscienza renderà più facile per i perdenti accettare il loro destino e morire in silenzio.

Rosa – Una volta terminata la tragedia, avremo bisogno di ricreare la razza umana. Per velocizzare il processo rigenerativo, saranno date carte d’identità rosa alle donne giovani ed attraenti di tutto il mondo, selezionate per la riproduzione. I reality show come “Chi vuole sposare un milionario” una manna educativa. Dobbiamo utilizzarli con intelligenza.

Rosso – Le carte d’identità rosse saranno rilasciate per gli elementi sovversivi, per i giornalisti dalla mente indipendente, per i sindacalisti, per i musulmani etc. Essi saranno radunati ed imprigionati il prima possibile. Non c’e’ tempo per le inchieste. Basta il più lieve sospetto. Dobbiamo essere assolutamente certi che non resti in giro un solo sovversivo né che riceva carte di un altro colore. Se tutto andrà bene, una volta che avremo superato questa catastrofe, il patrimonio genetico umano sarà stato ripulito da questo eversivo tratto della personalità.

Il resto della popolazione non ha bisogno di carte perché si presuppone che non sopravvivrà a lungo. All’inizio della catastrofe, il governo dovrà affrontare un serio ostacolo. La pubblica opinione indugerà, virando verso il sentimentalismo. La gente rifiuterà di accettare le necessità imposte dalla nuova realtà. Per allentare il criticismo, raccomandiamo un certo numero di “azioni politiche positive” preventive, che darà allo schema a colori un volto più umano e compassionevole. Nel calcolare l’eleggibilità per la carta d’identità blu, i membri dei gruppi minoritari saranno selezionati in base ad un introito annuo minimo di 150.000$. Nel calcolare l’eleggibilità per le carte marroni e verdi, sarà dato un piccolo numero di punti preferenziali alle minoranze ed ai discendenti dei sopravvissuti all’Olocausto. Una porzione significativa, fino al 50%, di carte rosa sarà dato alle giovani donne dei paesi “esotici”. Il programma sarà diretto e presentato al pubblico da un’icona di una minoranza propriamente identificata, come ad esempio da una donna afro-americana. Un altro beneficio dell’incorporare questa politica in uno schema a colori consiste nel fatto che, in questo modo, la rabbia della gente destinata a morire si defletterà verso le donne e le minoranze, e non verso i ricchi, bianchi e ben agganciati individui, la cui avidità, ammettiamolo, è la vera causa del futuro collasso della terra.

Sinceramente vostro

Douglas Feith, con l’aiuto di Richard Perle e di molti altri.

 

Ovviamente, l’origine di questo schema è sconosciuta, probabilmente l’hanno scritta Daesh o al-Qaida, ma chissà che qualcuno in America non ci abbia pensato davvero! E chissà se Irene Tinagli lo conosce, visto il titolo del suo libro.

 

 

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