Case verdi

La gestione domestica della crisi climatica

Qualche anno fa si è parlato di recupero del patrimonio edilizio esistente e di consumo zero di suolo molto di più di quanto se ne parli ora: sembra che l’argomento sia passato di moda, forse perché la massima densità di profitti sta da un’altra parte, e magari anche quella dei voti. E poi, se il territorio venisse monitorato con cura, verrebbero a mancare occasioni di abusivismo,  e per alcuni questo è un difetto.

Ciò premesso, non c’è da meravigliarsi se l’indicazione europea di miglioramento delle prestazioni ambientali ed energetiche delle abitazioni è stata accolta in Italia con vive polemiche: è un argomento che, in questo momento, ci trova impreparati. Ma con questo non intendo dire che l’indicazione europea debba essere accolta acriticamente: si può, anzi si deve, accoglierla esponendo critiche e proposte. Quelle che mi vengono in mente riguardano tre aspetti fra i più importanti della questione: il cappotto, gli infissi e la pompa di calore. Come ingegnere che si è occupato di energetica, quello che mi interessa di più è la pompa di calore, ma incominciamo, brevemente, dagli altri.

Cappotto

Per me, un’abitazione deve respirare. Un’abitazione sigillata ha bisogno di un’aerazione più forzata, che è come dire che deve rientrare dalla finestra quel che respingo alla porta. Quindi, il capotto deve permettere tale respirazione, cioè deve essere composto da materiali traspiranti. Si parla del cappotto esterno e di quello interno, con i loro vantaggi e svantaggi: il cappotto esterno è più efficace contro i ponti termici, quello interno non richiede ponteggi per l’applicazione. Non mi addentro nei dettagli perché non è il mio campo.

Infissi

Anche qui siamo fuori dal mio campo, ma comunque, la qualità degli infissi è fondamentale. Dovrebbero essere ampi, in modo da consentire il miglior uso della luce naturale, ma, quando sono chiusi, devono garantire il miglior isolamento termico e acustico possibile. Dal punto di vista tecnico, il problema non sussiste, perché con qualunque materiale (legno, alluminio, PVC) si sono raggiunti livelli di isolamento termico e acustico altissimi. Per i vetri, poi, si parla di vetri doppi e tripli, con camere interne riempite con argon. Gli scopi degli infissi non si fermano qui, perché sono importanti anche per la sicurezza, e comunque le soluzioni non mancano, il problema sta solo nei costi.

Pompa di calore

La climatizzazione invernale delle abitazioni mediante pompa di calore ha senso nei climi temperati. Nei climi freddi la resa della pompa di calore si abbassa fino a renderla non competitiva con le caldaie tradizionali; nei climi caldi, non è necessaria. Ma in realtà, la pompa di calore serve soprattutto quando si vuole usarla sia la climatizzazione invernale, sia quella estiva: in questo caso, l’investimento si ripaga, perché l’investimento è comunque notevole, specialmente nel caso di pompe di calore che utilizzano acqua di falda per assorbire o disperdere calore, che hanno costi di installazione più elevati. Queste, sono però più costanti nella resa, perché l’acqua di falda ha una temperatura più costante, rispetto a quella atmosferica. Limitatamente alla climatizzazione invernale, occorre considerare anche la pompa di calore elioassistita, nella quale si assorbe calore da un pannello solare termico, ma il confronto andrebbe fatto con quanto si può ottenere da un pannello fotovoltaico che potrebbe essere montato in luogo del pannello termico. Insomma, l’investimento per una pompa di calore va valutato con attenzione e mettendo in conto molte diverse varianti. Come norma generale, va detto che il riscaldamento con pompa di calore ha un alto valore ecologico laddove l’energia elettrica è prodotta da fonti rinnovabili; diversamente, si perde buona parte dei suoi vantaggi.

Conclusione

Per concludere, quale può essere una gestione intelligente? Prima di tutto, non trascuriamo i provvedimenti casalinghi.

Aprire e chiudere negli orari giusti e per i tempi più opportuni. Si è sempre detto che in inverno per cambiare l’aria bastano pochi minuti con le finestre tutte aperte, perché così facendo la casa si raffredda di meno, rispetto ad aperture più frazionate e più prolungate; mutatis mutandis, questo vale anche in estate: si cambia l’aria nelle ore meno calde e si serra tutto nelle altre. Al contrario, in inverno si cambia l’aria nelle ore meno fredde e si chiude nelle altre.

Mantenere delle temperature gradevoli senza inutili esagerazioni. Dicono che il consumo, quale che sia il tipo di riscaldamento o di refrigerazione, sale del 7% per ogni grado di allontanamento dalla temperatura esterna: è chiaro che il valore effettivo di tale aumento dipende da molti fattori, ma in prima approssimazione, quel 7% è un valore attendibile. E allora, niente più ambienti a 24°C in inverno e a 21°C in estate, come capitava qualche anno fa, e a volte anche ora. Stesso discorso si può fare per l’acqua calda sanitaria: inutile impostare temperature di oltre 60°C, aumentano solo le perdite.

Utilizzare i cascami di calore nella stagione fredda ed evitarli in quella calda; evitare le dispersioni inutili. Lo sappiamo tutti che il forno scalda, e in estate lo si usa poco perché fa salire la temperatura ambiente, che è ciò che si vorrebbe evitare. Lo stesso discorso vale, con minore impatto, anche per molti altri elettrodomestici, compreso il frigorifero, che con il suo condensatore rilascia calore nell’ambiente domestico. Per contro, se si ha a disposizione dell’acqua calda, è sempre un delitto sprecarla. Quindi, solo per fare un esempio, niente rubinetto dell’acqua calda aperto quando ci si lavano i capelli o quando ci si rade la barba.

Sembrano banalità, è vero, ma quante volte contravveniamo a queste regole elementari?

Per tutto il resto, cappotto, infissi, pompa di calore ecc., occorre fare attenzione e valutare attentamente le scelte che si fanno, senza indulgere alle mode del momento e facendo sempre bene i conti, tecnici ed economici.

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