Godo di diritti senza essermeli sudati

Risposta a una lettera di una lettrice a Beppe Severgnini

 

Di quanto lei, cara Signora, scrive a Beppe Severgnini, evidenzio queste parole (Godo di diritti senza essermeli sudati), perché le trovo molto belle e stimolanti. Questa sua frase mi provoca sensazioni complesse.

  • Ho ereditato alcuni dei diritti di cui sento di godere da coloro che, negli ultimi tre secoli, li hanno conquistati anche per me (per sua informazione, ho settanta anni);
  • altri diritti, strettamente correlati ai primi, sono quelli contenuti nella dichiarazione universale dei diritti umani, e garantiti dal nostro ordinamento;
  • altri diritti ancora sento invece di essermeli guadagnati con il mio lavoro (sono andato in pensione a 64 anni con 41 anni di contributi).

Ma parliamo anche di doveri: ce ne sono di almeno tre tipi:

  • nei confronti di me stesso (dignità, onestà, coerenza, salvaguardia di me stesso);
  • nei confronti della mia famiglia: ormai, è costituita da mia moglie e dagli appartenenti alle generazioni successive alla mia;
  • nei confronti della comunità di cui facciamo parte, sempre più complicati da individuare.

Forse, è proprio quello il punto importante, individuare i doveri nei confronti della propria comunità, che cambiano di giorno in giorno, e dei quali mi sento in grado di tracciare solo qualche principio:

  • evitare ogni giorno tanto i discorsi egoistici, quanto quelli pietistici: sono entrambi nemici della giustizia;
  • salvaguardare il primato della cultura e del lavoro contro i disvalori da cui siamo sommersi;
  • combattere il degrado morale senza cadere nell’oscurantismo;
  • fare ciascuno la propria parte, anche piccolissima, per combattere i mutamenti climatici;
  • agire con giustizia per la pace.

Per quanto concerne l’ultimo punto, la pace, non posso ancora dimenticare quanto questo argomento sia stato lungamente dimenticato, sopraffatto da preoccupazioni più quotidiane, ma sempre rimasto ai vertici dei valori: senza pace non ci sono diritti, e anche i doveri cambiano in modi sempre diversi e imprevedibili.

Oggi, nel mio piccolo, mi tengo a disposizione del gruppo di amici della località in cui vivo (Ponte a Moriano, frazione di Lucca) per la sorveglianza del reticolo idraulico minore e dei cantieri dei lavori pubblici (non rida, è una cosa più seria di quel che sembra), per occuparmi della biblioteca della scuola media locale, per fare, nella stessa scuola, interventi a supporto degli insegnanti. Vorrei promuovere anche un cineforum, non per fare cicli su Antonioni o Kurosawa, come mi piacerebbe, ma semplicemente per dire che “al cinema è meglio”; purtroppo, non ho trovato molta sensibilità. Cosa potrei aggiungere?

Buone cose. Stia bene.

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