La macchia

Mostra sui macchiaioli a Palazzo Blu

A Pisa, Palazzo Blu, Lungarno Gambacorti, dal 08/10/22 al 26/02/23, mostra sui macchiaioli. Ci si va per vedere le opere di Giovanni Fattori, e ci si trova di fronte a molto altro. E prima di tutto, la macchia.

La teoria dei macchiaioli dice una cosa molto semplice: l’immagine è fatta di macchie, macchie di colore e di chiaroscuro. Per individuarle, si servono dello specchio nero che ne esalta i contrasti. A me, alle scuole medie, insegnarono a vedere il chiaroscuro stringendo gli occhi, e in questo modo si riusciva a vedere meglio le ombre e dove si collocavano, probabilmente perché, così facendo, si escludono i coni e si vede solo con i bastoncelli: un modo diverso per ottenere lo stesso risultato. Ma i macchiaioli si servivano della loro tecnica per far entrare la luce da protagonista nella loro pittura in maniera naturale, senza forzature di alcun genere, e per uscire dall’atelier e dipingere alla luce del sole.

Naturalmente, non è tutto qui. E infatti, non c’è omogeneità nella pittura dei macchiaioli, e non sempre il talento coincideva con la tecnica. Prendiamo Cristiano Banti: non è il migliore di essi, tanto che diventerà soprattutto un grande collezionista e gallerista, ma è forse quello che meglio di tutti gli altri riesce a dare l’impressione della luce solare (Banti, Riunione di contadine.jpg (1000×690) (deartibus.it)). Altri otterranno migliori interpretazioni dei soggetti dipinti: Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Serafino De Tivoli, il vero iniziatore del movimento, e poi quelli che per me sono i più grandi: Giovanni Fattori, Silvestro Lega e Telemaco Signorini.

Una mostra bellissima, che si visita in due o tre ore e che ti lascia contento e sereno.

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