Cecità

Romanzo di José Saramago

Così dev’essere l’apocalisse.

Improvvisamente, senza apparente ragione, persone sane incominciano a perdere la vista. Prima uno, poi alcuni, infine tutti incominciano a vedere tutto bianco, come se avessero davanti una coltre fittissima di nebbia luminosa. Le autorità non sanno che pesci prendere: ci provano con la quarantena di questi nuovi appestati, ma non funziona, e mentre tra i reclusi avvengono fatti via via più tragici, il fenomeno non si arresta, e anzi si espande sempre di più. Quando i reclusi fanno esplodere la loro rabbia, non ci sono più i militari che sorvegliano la quarantena, colpiti anch’essi da cecità, e allora si vede cosa è successo all’esterno: la società si è sfaldata, non ci sono più servizi di alcun genere, tutti sono senza acqua, senza cibo, senza elettricità e sanità; si verificano innumerevoli episodi di saccheggio, le strade sono piene di spazzatura e i morti non si contano più.

Camminando per la città, sotto la guida dell’unica vedente, si intravedono capannelli dove qualcuno parla e altri lo ascoltano, come in Central Park, e gli argomenti spaziano dalla massima futilità fino a quelli più profondi, e quando il “mal bianco” allenta la sua morsa, in questo si intravede una possibilità di rinascita.

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono.

È questa la frase che mette in luce l’idea dell’autore: siamo una società di ciechi, di egoisti, che hanno perso il senso della comunità ed è regredita alla legge della giungla, in cui il più forte detiene un potere assoluto che non riconosce diritti alla maggioranza. È il ritratto del capitalismo, che affama gran parte del mondo a vantaggio di pochi privilegiati, e la corsa è quella e sola all’acquisizione di privilegi.

A chi è destinato questo libro? A tutti. Non ci sono nomi. Nessuno ha un nome in questo romanzo, come in altri di Saramago. Ci sono l’oculista, la moglie dell’oculista, il primo cieco, la moglie del primo cieco, il vecchio con la benda sull’occhio, la ragazza con gli occhiali scuri, il ragazzino strabico; e poi ci sono il capo dei malvagi, il contabile dei malvagi, due o tre sergenti, lo scrittore che ha occupato la casa del primo cieco, la vicina della ragazza con gli occhiali scuri, tutti senza un nome. L’unico a cui viene chiesto è lo scrittore, ma lui non lo rivela; dice invece che i suoi libri non contano più niente, visto che ora nessuno può leggerli. Niente è personalizzato, tutti sono indistintamente colpevoli.

Post Correlati