Val d’Orcia

Un brevissimo viaggio di nozze

È sempre un bel tornare, in quella Val D’Orcia in cui siamo andati per la prima volta nel 1979 e poi molte altre. Stavolta ci siamo tornati per festeggiare il nostro anniversario di nozze, il trentottesimo.

Abbiamo preso alloggio a Montepulciano e abbiamo rivisitato Montefollonico, Pienza, San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni e Monticchiello e siamo andati a vedere la quercia delle gazze, o delle checche, come dicono qui. Mettiamoli in ordine.

Montepulciano è una città bellissima, una vera città, dove si vive e si lavora non solo nel turismo, ma anche in molto altro. Tutta la Val d’Orcia è così, ma Montepulciano di più. I palazzi sul Corso meriterebbero di essere visitati ad uno ad uno.

A Montefollonico siamo andati di sera, per cenare, ed è stata una bella scoperta. Il paese si trova nel comune di Torrita, ed è gradevole. In più, si mangia anche bene.

La quercia delle checche è un gigante di 370 anni, ma che ha subito un trauma nel 2014, quando alcuni grandi rami si sono spezzati. Ora, un lato delle quercia ha solo piccoli rami giovani, ma rimane ugualmente un grande spettacolo.

Bagno Vignoni sembra cresciuta sia per la costruzione di alcuni edifici nuovi, sia per la conversione in B&B di altri. In mezzo alla piazza allagata si alternano opere d’arte galleggianti provvisorie, e quella ora presente non ci è piaciuta. La visita, comunque, è sempre da fare.

A San Quirico d’Orcia, il centro storico è molto più piccolo di quello di Montepulciano, ma ugualmente bello. Meritano una visita lo splendido giardino degli Orti Leonini, il palazzo Chigi e la chiesa dei santi Quirico e Giuditta.

Pienza è sempre un gioiello, e le opere del Rossellino sono tra i migliori esempi dell’architettura rinascimentale. I passeggi sulle mura offrono paesaggi che non finiscono di stupire.

Anche Monticchiello ha visto una crescita, ma il centro storico è intatto e molto ben tenuto. Devo ritrovare i miei vecchi negativi di 40 anni fa, per fare dei confronti che, a occhio e croce, potrebbero anche premiare il presente.

Qualche altra annotazione coinvolge la gastronomia: da non perdere il pecorino di Pienza, il vino nobile di Montepulciano e anche quello che ora si chiama Orcia; e poi, i pici al ragù e all’aglione e i dolci tipici del senese. Altre annotazioni sono sulle strade: ce ne sono ancora di bianche, popolate da ciclisti in mountain bike, mentre sembra che quelli in bicicletta da corsa preferiscano le strade asfaltate.

Post Correlati