Romagna mia

Ancora un’alluvione

L’acqua ha colpito duro in Romagna. Molti fiumi sono usciti dagli argini e hanno invaso campagna e città, prima a Faenza e poi in tutta la regione. È inutile che cerchi di descrivere quello che è successo, mi limito a enumerare i contatti che ho preso e a rispolverare i ricordi dell’alluvione che ho vissuto io nel 1966.

I primi contatti sono stati con Maria Cardona e con Piergiorgio Tonti, che non hanno subito danni diretti, ma erano molto preoccupati. Ancor di più lo era Bruno Retini, che abita a Russi, nelle immediate vicinanze con la zona più colpita, ed era in attesa del peggio. Tranquillo Emanuele Randi, pur da solo a Marina Romea, in riva al Lamone e con la moglie a Faenza ad assistere la madre. Tranquillo anche Dino Montini, che abita in una zona di Ravenna più al sicuro. E tutti contenti di sentirmi. Non ho potuto sentire i colleghi che abitano a Lugo (Bedeschi, Taroni …): molti non hanno più il telefono fisso e sono più difficili da rintracciare. Con qualcuno, proverò ancora.

Dell’alluvione del ’66, ricordo mamma che mi svegliò la mattina del 4 Novembre dicendo “C’è l’acqua in cantina”. E poi, babbo che spalava il fango, il giro in bicicletta la mattina del 5, a vedere come stava Empoli, il consiglio comunale con la cronaca di Giovanni Lombardi, il ponte sull’Arno inginocchiato. E poi, Firenze.

A Firenze, andammo molte volte nelle settimane seguenti, mamma e io, perché dovevo fare della analisi mediche per l’asma. Si viaggiava in treno fino a Signa, e poi in autobus da lì a Santa Maria Novella. Ricordo l’ospedale di Santa Maria Nuova ancora in difficoltà, con i medici in stivaloni di gomma. Ricordo il primo treno che partiva da Firenze verso Pisa e Livorno: c’eravamo anche noi, su quel treno, che, appena fuori Firenze si fermò e ripartì molto più tardi, e fuori dovevano scorrere i frutteti lungo l’Arno, ma non c’erano più.

Le foto che allego sono tratte da EMPOLI, Rassegna di vita cittadina e bollettino di statistica, Pubblicazione semestrale del Comune, Edizione speciale del 30 Giugno 1967. Piazza Farinata; la chiesa di Santa Maria; una vetreria col forno schiantato; animali morti verso l’Elsa; il cedimento del ponte sull’Arno. Sono tutte foto di Empoli e delle sue campagne, ma furono colpiti duramente anche Montelupo e Castelfiorentino; ci furono quattro morti a Castelfiorentino, due a Empoli e due a Montelupo; danni minori negli altri comuni: Certaldo, Vinci, Fucecchio, Montespertoli, Cerreto e Capraia. 

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