Chi se la prende con Primo Levi

“C’è gente che sta male, lo sappiamo, e quando stai male con te stesso ti accanisci sul diverso. Ma di solito lo cerchi tra i bersagli piccoli, a portata di mano. Quando cominci a non avere più rispetto nemmeno dei giganti, significa che si è verificato un salto di qualità. Il tempo della vergogna è finito ed è cominciato quello dell’ostentazione delle proprie viscere, favorito da un clima politico e culturale che rende gridabile persino l’indicibile.” Così scrive oggi Gramellini sul Corriere, e il riferimento è all’insofferenza di alcuni ascoltatori nei confronti della trasmissione di Radio 3 Fahrenheit, che proponeva riletture di Primo Levi. Dice la conduttrice Lipperini: “Questi sono ascoltatori di Radio tre. Amano i libri e la musica, ma non vogliono sentir parlare di ebrei. Che piaccia o no, è la realtà, e penso sia indispensabile conoscerla. Per quanto mi riguarda, dismessi i panni della conduttrice, aggiungo: per combatterla.”

Diventa dura, quando anche un pubblico d’élite, quale quello di Radio 3, comincia a manifestare insofferenza per argomenti che ci dovrebbero trovare tutti d’accordo. L’unica spiegazione vagamente benevola è che queste persone trovino più urgente parlare di altri temi, ma bisogna proprio tirarla per i capelli. E rifletto sul fatto che ora accade anche a me di essere insofferente su argomenti che ricorrono e che mi disturbano, come accadeva a mia nonna quando non sopportava di sentir parlare della guerra che le aveva portato via un figlio. Nel mio caso, temo che giochino le delusioni di talune idee che si sono rivelate illusioni, e oggi mal sopporto che se ne parli ancora. Vorrei superare questi imbarazzi, ma non so se sarà possibile; certamente non sarà facile.

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