Ritorno a Berlino

Romanzo di Verna Carleton

Questo romanzo è stato pubblicato per la prima volta a Toronto nel 1959, ma è uscito in Italia nel 2017, per i tipi di Guanda. È il ritorno a Berlino di un esule antinazista, che se ne è andato dalla Germania nel 1934, e che trova, nel 1956, un ambiente avvelenato da sentimenti contrapposti: la Germania divisa e scossa da continue crisi; i vecchi nazisti che sognano la rivincita; i giovani che si rendono conto degli errori dei loro genitori, ma non sanno trovare la loro strada. E in mezzo, gli esuli che tornano e hanno infinite difficoltà a reinserirsi, stretti come sono tra quelli che li rimproverano del loro tradimento e quelli che li rimproverano di non aver fatto abbastanza, di non aver avuto il coraggio di restare. Un libro più interessante che bello, con personaggi sempre ad un passo dalla malattia mentale che si dibattono fra sentimenti opposti, e dove i soli sicuri di sé sono i vecchi nazisti, ora riciclati come anticomunisti atlantici. Alcune frasi importanti:

Wir deutsche Juden werden niemals vergessen (Noi ebrei tedeschi non dimenticheremo mai).

Quell’ometto basso, brutto e ignorante era riuscito a convincere le donne della sua bellezza e gli strateghi militari di saperne più di loro.

I nazisti hanno sempre chiamato questa città Berlino la Rossa, perché era un baluardo dell’opposizione, ma la nostra classe media è sempre lì pronta al piagnisteo.

Non mi ero mai reso conto di quanto l’emigrazione tedesca antinazista fosse disseminata ai quattro angoli del mondo.

In prigione ho imparato molte cose: con che rapidità la gente prende i pettegolezzi per verità; come fanno in fretta a pensare il peggio degli altri.

È impossibile proteggere le persone che amiamo dalla sofferenza. Se ci provi, alla fine soffrono ancora di più.

 

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