Nel tempo degli dèi

Ieri sera, abbiamo assistito al teatro del Giglio allo spettacolo con Marco Paolini nei panni di Ulisse, che narra le vicende dell’Odissea, con tre principali elementi estranei al poema:

la migrazione dell’Homo Sapiens dall’Africa a tutto il mondo;

il rimprovero di Telemaco al padre per i suoi inganni e i suoi massacri;

numerosi riferimenti all’attualità, principalmente ancora sulle migrazioni di interi popoli.

Poi, ci sono anche dei immortali e annoiati che si distraggono con le vicende umane, musica contemporanea, compresa As Tears Go By, dei Rolling Stones, e un Ulisse calzolaio che riparte da Itaca con un remo in spalla, secondo la profezia di Tiresia, abbandonando gli dèi che lo vorrebbero immortale. Il mito di Ulisse rimane uno dei momenti più alti del pensiero umano, e merita assolutamente di essere riletto in tutte le chiavi possibili, compresa quella che richiama alla necessità di guardare con occhi umani alle sirene di un futuro che potrebbe portarci in direzioni sbagliate. Peccato per una acustica a dir poco insoddisfacente, dal palchetto 18 del terzo ordine.

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