Opinioni su Facebook

Vedi, Mario, com’è questa storia? Qui tutti scrivono frasi brevissime, e l’impressione è che non ne sappiano scrivere di più lunghe, e se si avventurano in discorsi più ampi, subito sopravvengono errori impensabili, non semplici errori di dattilografia. Non solo, si direbbe che anche la lettura sia riservata alle frasi brevi, come se fosse una gran fatica leggere più di due o tre righe. E poi, sembra che nessuno scriva partendo dalla pagina bianca, ma che tutti abbiano bisogno di seguire uno spunto, qualcosa scritto da altri da commentare o da rilanciare. Per me, è sempre stato il contrario, mi sono sempre fatto un punto d’orgoglio di scrivere qualcosa di nuovo e di diverso, di essere, quando ci riesco, il primo a parlare di una cosa, e non ho ancora perso questa velleità. E’ per questo che non sono convinto di rimanere in facebook a lungo. Dimmi che sbaglio. Ciao

Caro Stefano, gli strumenti che abbiamo per poter comunicare sono infinitamente più potenti di quelli che avevamo a disposizione quando eravamo ragazzi. Allora per fare due chiacchiere con Rolando partivo e andavo a Vitolini, un paio di volte ci sono andato anche a piedi; oggi mentre ero in macchina (ma non guidavo) ho potuto parlare con mia figlia che sta in Canada utilizzando una App (whatsup) che mi avrebbe potuto permettere anche di vedere il mio interlocutore. Poter comunicare verbalmente o per scritto non significa tout court riuscire a comunicare idee, sentimenti, passioni. Facebook è il luogo dove potrei postare (si dice così) una foto che mi ritrae davanti ai miei pomodori oppure a fare il bagno su una spiaggia con la sabbia bianchissima, oppure potrei esplicitare la mia posizione politica. Non ci riesco, io ho bisogno di guardare in faccia il mio interlocutore per esprimermi e non mi capita spesso di intervenire direttamente su facebook. Allo stesso tempo le mie amicizie di facebook offrono talvolta spunti utili, mi fanno piacere e con una certa regolarità guardo cosa sta scritto sulle mia bacheca. Talvolta un vecchio amico mi scrive un messaggio un po’ elaborato ed allora anche io mi metto alla prova cercando di esprimermi in un italiano almeno corretto. Ciao anche a te.

Per me, è quasi il contrario: ho sempre trovato nella scrittura un mezzo efficace, e ho sempre avuto difficoltà a esprimermi a voce. Perché il mio inglese non è fluido? Perché non lo è neppure il mio italiano! Anche sul lavoro, mi è sempre piaciuto scrivere e ho sempre odiato il telefono, perché al telefono non hai alternative, ti puoi far capire solo a parole. Era molto divertente vedere, a volte, qualcuno impacciato con la lingua che cercava aiuto nei gesti, che, però, al telefono non sono d’aiuto. Scrivendo, puoi avere ripensamenti, puoi limare, puoi eliminare parole o frasi avventate, puoi fare tante cose che a voce non ti puoi permettere. D’altra parte, quando si dice “parli come un libro stampato”, non è quasi mai vero, e tanto meno lo è in questi tempi convulsi e frettolosi. L’unico che parlava davvero come un libro stampato era Umberto Elia Terracini, che ho avuto la fortuna di ascoltare tanti anni fa a una festa dell’Unità in piazza Matteotti, a Empoli. Oggi non ci vado più, alle feste dell’Unità, mi mettono una grande tristezza. Comunque, hai ragione: non c’è motivo di rinunciare a un mezzo come facebook solo perché invaso da gente insipida, basta fare come se non ci fossero e usare il mezzo per altre cose che non siano invettive e sciocchezze. Ciao