Lettera a Irene Tinagli

C’è élite e élite

Il 27/04/19 ho scritto a Irene Tinagli la lettera sottostante. A tutt’oggi non ho avuto risposta.

Cara Signora,

ho assistito il 14 Marzo alla presentazione del suo saggio La grande ignoranza alla Libreria Rinascita di Empoli. Purtroppo, quel giorno avevo i minuti contati, sono arrivato in ritardo e me ne sono andato in anticipo, e quindi mi manca qualcosa: spero che mi scuserà se ripeto osservazioni che Lei ha già dibattuto. Il fatto è che mi ha colpito una sua frase sulle élite, in cui diceva che l’odio nei loro confronti sta trascinando l’Italia in una direzione in cui saranno i più disagiati a soffrire maggiormente, e non le élite con i conti in Svizzera. Questa sua affermazione mi ha sorpreso, perché a me sembra chiaro che quel tipo di élite non è affatto odiata. Cerco di spiegarmi: esistono oggi due tipi di élite: quella economica e quella culturale. Un tempo, le due élite sostanzialmente coincidevano, ma non è più così, e non da oggi. La prima delle due non è odiata che da pochi; dai più, l’élite economica viene invece invidiata, corteggiata e coccolata, nella speranza di averne dei favori. L’odio è profondo nei confronti delle élite culturali, che possono metterti di fronte ai tuoi limiti. E io credo che la direzione in cui l’Italia viene trascinata non lascerà immuni queste élite, le quali invece soffriranno almeno quanto i più disagiati. Lei che ne pensa?

Per quanto riguarda il mio parere sul suo libro, lo può trovare nel blog sotto indicato, in un post che ha lo stesso titolo La grande ignoranza.

Cordiali saluti

Stefano Innocenti

Caro Stefano, grazie per essere venuto alla presentazione di Empoli e scusi se rispondo con così tanto ritardo. La sua riflessione è interessante, anche se devo dire che oggi registro una crescente invidia sociale ed insofferenza anche verso le élite economiche, e chiunque abbia un successo professionale ed economico. Mi sembra che siamo davvero arrivati ad un livello di odio sociale diffuso e pervasivo che avvelena le nostre relazioni e la nostra cultura, un momento veramente triste. Ma spero che si possa in qualche modo cambiare.

Un  cordiale saluto 

Irene

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