Il capitale disumano

Libro di piccole dimensioni, fortemente didascalico. La tesi è espressa nel sottotitolo: “Salvini e l’odio per decreto”. Non so chi sia questo Salvini, ma è chiaro che gli attuali governanti vogliono seminare zizzania nel nostro paese, per acquistarne consenso, visto che lo scontento c’è, e che la caccia al capro espiatorio è sempre aperta: una volta erano gli ebrei, ora sono i migranti. In più, le armi dell’odio si sono affinate da quando internet ne è diventata il campo di battaglia favorito. Il libro, oltre ad esaminare in dettaglio gli articoli del decreto sicurezza, discute di problemi e propone soluzioni, tra le quali viene preferito il sistema SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), che, proprio perché efficace (e anche efficiente) viene avversato dalla compagine governativa; elenca leggi e convenzioni violate dal decreto; spiega perché i risultati saranno completamente diversi da quelli che si proclama di perseguire; fornisce una guida antifake semplice da seguire e da applicare. Purtroppo, come sempre accade, questo libro lo leggeranno solo quelli che non ne hanno bisogno.

Questi sono i punti che mi hanno maggiormente colpito:

La banale minimizzazione di atti inauditi è tipica dei regimi di ispirazione fascista;
Il problema viene alimentato perché legittima le violenze istituzionali;
Si mantengono e si alimentano sistemi emergenziali, che brillano per la loro opacità, mentre uscire dalle logiche dell’emergenza servirebbe ad una pacificazione che non fa il gioco del potere;
Si prevede che per le espulsioni si attingeranno risorse dal fondo di solidarietà per le vittime delle estorsioni, cioè si distolgono risorse alla lotta alle mafie per dirottarle alle espulsioni;
Il legislatore non si è posto l’obiettivo di mettere ordine nella materia, ma di rendere più difficile far valere i diritti di rifugiati e richiedenti asilo;
Il decreto non è altro che un attacco alla buona accoglienza, che crea opportunità di convivenza e un investimento sull’emergenza e la marginalizzazione;
L’idea di poter privare qualcuno della cittadinanza è repellente e illegittima, in quanto crea apolidi, in contrasto con la dichiarazione dei diritti dell’uomo e con la convenzione sulla riduzione dell’apolidia, a cui l’Italia ha aderito;
Il “reato di clandestinità” ostacola la giustizia, perché il migrante non è mai testimone, ma diventa automaticamente imputato, e come tale può avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato;
Il trattenimento dei richiedenti asilo è illegittimo alla luce della Costituzione (artt. 10, 13 e 117) e della convenzione di Ginevra sullo status del rifugiato, in quanto lo sanziona con la privazione della libertà personale;
Le ONG sono state allontanate in primo luogo per non avere testimoni di quanto viene fatto in mare.

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