Dal razzismo rovesciato a +Europa

All’inizio, per partire, bastano le idee e l’entusiasmo, ma poi…

Ho avuto critiche aspre a un post su FB (25 febbraio, ore 19:03), non su FB, ma su MM. Mi hanno accusato di professare un razzismo rovesciato, perché dicevo che l’Italia si basa più sulla furbizia e sui sotterfugi che sul lavoro, l’innovazione e l’intelligenza. Non sono affatto pentito di quello che ho scritto, e vorrei invece sapere chi sono le persone che mi hanno criticato, quanti anni abbiano e da quali esperienze provengano. Sono invece pentito di non aver maggiormente approfondito il mio dire, per il mio antico vizio di dare per scontate troppe cose e di esprimermi perciò in una maniera che può diventare criptica.

Che cos’è, se non una furbizia e un sotterfugio, il desiderio di recuperare competitività mediante le manovre monetarie di svalutazione, invece che lavorando meglio e in maniera meglio organizzata? E guardate anche in questa campagna elettorale chi sono quelli che auspicano il ritorno ad un sovranismo monetario per riprendere a truccare la nostra economia, senza pensare che questo ci emarginerebbe dal contesto europeo, ci proietterebbe da soli a confrontarci con le economie emergenti del sud del mondo e, in definitiva, ci impoverirebbe tutti.

L’unica cosa con cui sono pienamente d’accordo con chi mi critica è l’orgoglio delle grandi potenzialità dell’Italia e degli Italiani, ma mi duole dover constatare che queste potenzialità non riescono a esprimersi, se non in maniera molto parziale. Siamo bravissimi a far nascere nuove attività, a inventare nuove imprese e nuovi lavori, ma quando poi c’è da farli crescere, riveliamo i nostri limiti. All’inizio, per partire, bastano le idee e l’entusiasmo, ma poi, se non vuoi essere spazzato via alla prima congiuntura sfavorevole, devi mettere radici, devi crescere, e per crescere è necessaria una quadratura organizzativa che non viene fuori, se non in un limitato numero di casi, forse perché collide con l’individualismo, il quale a sua volta corrobora il nostro modello di società.

È un argomento difficile, e mi riprometto di trattarlo più e meglio con altri mezzi. Intanto, visto che ora si vota per il rinnovo del parlamento, e ringraziando il cielo che possiamo votare, pesco un trafiletto da Huffington Post di alcuni giorni fa, che il giornale attribuisce a un non meglio precisato esponente della cultura italiana:

“Il mio terrore è che l’Italia possa essere governata da un Salvini o da un Di Maio. Esiste una emergenza democratica e sinceramente non capisco come coloro che hanno dato vita a Liberi e Uguali non si rendano conto della necessità di far prevalere le ragioni dell’unità sulle pur motivate differenziazioni. D’altro canto, il modo in cui Renzi ha formato le liste, l’aver assolutizzato la fedeltà a dispetto della competenza mi crea grossi dubbi. E sì, la Bonino potrebbe essere un’ancora di salvataggio, almeno della mia coscienza”.

E con questo, ho anche mantenuto la promessa fatta nel post del 18 febbraio, ore 22:02.

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